Il cervello accende, il cervello spegne

da | 13 Feb 2021 | Raccontami la tua storia | 0 commenti

Devo ammettere di essere stato piuttosto assente negli ultimi tempi. Purtroppo o per fortuna il progetto Aurora mi sta succhiando parecchie energie e molto molto tempo.

Oggi però ho deciso di tornare a scrivere perché questa storia merita davvero di essere raccontata!

Qualche giorno fa una mia cara amica mi ha parlato della situazione di sua figlia. Tremendi capogiri non le permettevano di mettersi a letto, di starci e successivamente di alzarsi. Hanno pensato che il problema potesse essere di origine cervicale per cui mi ha chiesto se potessi fare qualcosa per lei. Premetto che, sempre tramite la sua mamma, sapevo già che soffriva da tempo di ansia e attacchi di panico ed ecco che il mio sesto senso ha iniziato a martellare…

Ansia, attacchi di panico, sintomi muscoloscheletrici strani, paura. Il mix perfetto per mandare in tilt una persona!

Era da un pò che sentivo parlare di lei, era da un pò che non mi capitava un bel caso come questo per cui, diversamente da quello che faccio di solito, chiedo a sua mamma il numero e la contatto per fissare un appuntamento!

Non vedevo l’ora di confrontarmi con questo cervello in tilt!

Finalmente arriva il giorno della visita.

La accolgo in studio, mi metto comodo e le chiedo di raccontarmi la sua storia.

Sembrava un fiume in piena che scorreva a tutta velocità ingrossato dalle piogge incessanti. Mi ha inondato di informazioni, particolari, sensazioni, paure. Insomma abbiamo parlato per circa mezz’ora. Io ho provato a fugare ogni suo dubbio riguardo la connessione molto potente che c’è tra mente e fisico.

Ho provato a farle capire come sia difficile per il cervello gestire al meglio il nostro fisico quando si ritrova senza benzina (quello che succede quando viviamo sempre sotto stress o siamo attanagliati dall’ansia).

Durante la nostra chiacchierata una cosa in particolare ha catturato la mia attenzione.

La paziente mi ha raccontato che qualche hanno prima aveva avuto un problema di vertigini e sbandamenti causati da un problema agli otoliti (poi risolto). Niente di strano se non fosse che si verificò di notte mentre dormiva.

Oggi lei ha paura a mettersi a letto, ha paura a restarci, ha paura di alzarsi dal letto… PAURA!

Il suo cervello, col tempo, ha creato quest’associazione viziosa tra “stendersi a letto” e avere i capogiri, come se questa dovesse essere la normalità. Coloro i quali hanno seguito tutte le storie del blog avranno ormai imparato che, sebbene sia difficilmente accettabile, aver paura che possa venire un dolore (o uno sbandamento in questo caso) in una determinata occasione aumenta tantissimo le possibilità di averlo realmente!

Alla fine della chiacchierata lei mia fa “ma ora me la metti una mano addosso?”

La faccio accomodare sul lettino. Lei voleva restare seduta perché, sue testuali parole, “se mi stendo parte il capogiro”.

Io le ho detto di star tranquilla e di stendersi…

E via con il primo capogiro!

Le ho spiegato che era del tutto normale e dopo qualche minuto si è calmata.

A quel punto le ho chiesto di rialzarsi. Lei mi fa “ma come mi devo alzare, come una persona normale o a piccoli passi?”, “come una persona normale” le dico io sorridendo.

Lei allora si rialza e…

Via col secondo capogiro!

Lei va nuovamente in crisi e io le spiego come sia lei stessa (inconsciamente) a causare i suoi sbandamenti.

Allora continuiamo a fare su e giù dal lettino!

Lei inizia a prenderci gusto perché, magicamente, i capogiri non arrivavano più!

Era arrivata in studio con la certezza che le avrai fatto chissà cosa alla sua cervicale, invece abbiamo solo fatto esperimenti!

Ricordate sempre che il nostro cervello ha la grande capacità di spegnere tutto quello che per sbaglio può accendere. Dipende solo da noi.

Ecco a voi la testimonianza della mia paziente.

Ho iniziato a soffrire di giramenti di testa, in particolare quando avrei dovuto stendermi nel letto e quando avrei dovuto rialzarmi (sensazione orribile poiché associata ad un malessere provato in passato che vedeva coinvolti gli otoliti e che mi ha destabilizzata a tal punto da soffrire di attacchi di ansia).

La mia paura mi portava a dire ” ecco qua, i giramenti di testa sono tornati ed eccomi qui con qualcosa che sicuramente non va nel mio corpo!! Saranno gli otoliti? Sarà la cervicale??” . Ho cominciato a non dormire bene ma soprattutto a temere i momenti in cui avrei dovuto stendermi a letto cercando di ovviare ai giramenti utilizzando due cuscini da mettere sotto la testa (peggiorando inconsapevolmente in questo caso realmente la mia postura). Ho creduto fosse fondamentale andare a fondo a questa situazione, perché dovevo dare un nome al problema! 

Con l’ansia a zainetto mi presento nello studio del dott. Donvito. Inizialmente ho trovato un setting molto accogliente, ma la cosa che mi ha stupito e fatta sentire a mio agio è stata rendermi conto di non essere di fronte ad uno specialista interessato semplicemente alle mie condizioni specifiche fisiche, ma ad uno specialista che mi ha considerata a 360°.

Prendendo la mia emotività “per mano” e “accompagnandomi” in un colloquio informale, mi sono sentita da subito capita, accolta e soprattutto “illuminata”. Utilizzo questo termine perché il dott. Donvito mi ha spiegato come il nostro sistema nervoso non è scollegato dalla nostra capacità di pensiero ma è strettamente collegato alla nostra capacità personale di affrontare negativamente e/o positivamente tutto quello che ci capita nella vita e personalmente la mia attenzione è sempre stata rivolta di fatti alle conseguenze negative sul mio corpo (spossatezza, tensione muscolare, capogiri) derivanti da pensieri negativi.

Successivamente al colloquio ci siamo spostati sulla pratica. Mi sono stesa sul lettino e ho atteso quello che già immaginavo. Accuso giramenti di testa, aumento lo spavento ma vengo accolta in quel momento e spronata a rilassarmi, attraverso la respirazione. Faccio l’esercizio più volte e man mano che affronto il movimento e i capogiri comprendo realmente che è solo dovuto ad un accumulo di ansia e delle mie convinzioni errate sulla mia condizione, confermate dal dottore stesso poiché effettivamente non ho riportato problemi dell’apparato muscolo-scheletrico.

Attraverso la seduta ho compreso che ho molto lavoro da fare su me stessa, che non sarà facile ma fondamentale per imparare a conoscere meglio il mio corpo e le informazioni che decido di inviargli, dandomi la possibilità di migliorare la mia qualità di vita attraverso azioni pratiche come la meditazione (consigliata dal dottore), lo sport e tutto ciò che possa apportare piacere dando l’opportunità al nostro cervello e al nostro sistema nervoso di poter rispondere positivamente alle avversità e di saper godere a pieno della serenità.

LA mia paziente

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