Partiamo da un presupposto fondamentale: l’obesità è una condizione grave che predispone ad avere moltissime patologie.

“Signora, è tutta colpa del suo peso, deve dimagrire assolutamente altrimenti il mal di schiena non passerà mai!”
Queste parole la mia paziente se l’è sentite ripetere decine e decine di volte.
Ha iniziato a soffrire di lombalgia 2 anni fa. Da allora un calvario:
- visite specialistiche
- trattamenti di fisioterapia
- bombe di farmaci
- riposo assoluto
Ogni volta che il professionista di turno alzava bandiera bianca ecco che incolpava solo ed esclusivamente il suo peso.
Dimagrire, dimagrire, dimagrire, dimagrire…

Stanca di sentirsi rifilare sempre la solita minestra decide, sotto consiglio di una mia paziente, di rivolgersi a me.
Ero la sua ultima spiaggia…
Arrivò in studio circa un anno fa. Ricordo molto bene quell’incontro per due motivi. Mi trovai di fronte una persona molto stanca e demotivata ma con un’autoironia micidiale, abbiamo riso per buona parte della seduta!
Ci tenne subito a mettere in chiaro le sue aspettative circa il nostro incontro.
“Non credo che riuscirai a risolvere il mio problema (RISATA :D), sono quì solo perché una tua paziente mi ha parlato benissimo di te per cui ho deciso di provare quest’ultima strada, se non ce la fai nemmeno tu STOP”
Raccontami la tua storia…
Mi dice che ha iniziato a soffrire di mal di schiena circa 2 anni prima. Tutto è nato quando è rimasta bloccata mentre… non ricordava cosa stesse facendo, era passato troppo tempo e c’erano tanti episodi successivi. Prime visite con gli specialisti, esami diagnostici, cicli di trattamenti di fisioterapia (tecar, tens, ultrasuoni e compagni bella). Zero risultati.
Nel frattempo il dolore aumentava diventando una presenza quasi costante nelle sue giornate. Altre visite, altri esami, altri trattamenti, altri farmaci… Niente di niente.

Tutti le dicevano che era colpa del peso che schiacciava i dischi della colonna.
Dunque le ho chiesto se negli anni avesse provato a seguire una dieta…
Mi ha risposto di sì, ci ha provato svariate volte. Non riusciva a dimagrire di mezzo grammo quindi ha approfondito con uno specialista endocrinologo. Morale della favola? Problemi alla tiroide. Ecco il motivo per cui non dimagriva, una patologia non glielo consentiva! Eppure gli specialisti consultati in seguito a questa diagnosi continuavano a dirle di dimagrire per star meglio con la schiena.
Frustrata da questa condizione decise di non sentire più medici, si sarebbe abituata al dolore! (per fortuna le cose sono andate diversamente)
Torniamo alla sua storia…
Quando il dolore si faceva insopportabile era costretta a restare a letto per giornate intere. Non riusciva più nemmeno a lavare i piatti. Lo faceva ovviamente, ma piangendo dal dolore. Non si piegava più per paura di restare bloccata, non raccoglieva pesi, non camminava.

Eppure lei amava camminare, era il suo desiderio più grande. Tornare a camminare all’aria aperta, respirare i profumi della natura, essere a contatto con il mondo…
Ecco, un’altra cosa che mi ha colpito di lei. Un aspetto della sua vita che nasconde per non diventare vulnerabile, la sua sensibilità!
“Il dolore è multidimensionale“
Il movimento che ci blocca è solo la goccia che fa traboccare il vaso…

Così inizio a parlarle del dolore, di quanto sia poco correlato ad un danno. Dove e come nasce ma soprattutto perché diventa cronico! Nessuno mai le ha chiesto di raccontare qualcosa in più sul suo dolore, nessuno mai si è preso la briga di spiegarlo! Guardavano la risonanza magnetica, il suo peso ed emettevano una sentenza: la tua schiena è messa male e se non dimagrisci non passerà mai!
Mi ascoltava attenta, sempre un pò scettica e pronta a sdrammatizzare con una battuta!
Come di consueto parliamo per una buona mezz’ora di dolore, esperienze personali, paure, stress… della sua convivenza forzata col mal di schiena.
Pronti, partenza, via!
Secondo voi qual’è la prima cosa che abbiamo fatto insieme?
Il movimento nemico della sua schiena, la flessione!

La sua reazione?
Non posso farlo, sono sicura che il dolore esploderà immediatamente!
In effetti il dolore c’era (non una novità, me l’aspettavo), la cosa sensazionale è che sia riuscita a farlo.
Lei però era delusa, poco convinta che tutto ciò sarebbe servito a qualcosa.
Le ho chiesto di darmi fiducia, cosa assai ardua date le sue esperienze precedenti e l’ha fatto.
Quando siamo di fronte al dolore cronico il gioco di squadra diventa fondamentale, io da solo posso fare ben poco. Nella prima fase di trattamento sono sempre presente nella “vita di tutti i giorni” del paziente. Le ho detto che avrebbe potuto contattarmi per qualsiasi cosa o dubbio senza temere di potermi disturbare (e così ha fatto).
Impariamo insieme a fare 2 esercizi, le assegno i compiti per casa e appuntamento alla settimana prossima.
Come si comporterà? Sarò riuscito a passare concetti determinanti per la risoluzione del suo problema? Sarà costante nonostante il dolore?
Ci rivediamo dopo una settimana. Non nascondo che il secondo incontro mi mette sempre un pò di apprensione!
Mi riferisce di essere stata leggermente meglio, il dolore è rimasto stabile ma poco alla volta ha ricominciato a muoversi e fare cose che riteneva essere pericolose per la sua schiena!
Torniamo insieme su alcuni concetti sulla neurofisiologia del dolore, impostiamo altri 3 esercizi e ci diamo un appuntamento a 15 giorni.
In tutto ci siamo visti 5 volte nell’arco di 2/3 mesi.
Durante l’ultima seduta ho capito che il nostro lavoro insieme poteva considerarsi finito. Perchè?
Era felicissima!

Aveva imparato a gestire i momenti in cui il dolore tornava a farsi sentire, ricominciato a vivere una vita attiva ma soprattutto aveva ricominciato a fare lunghe passeggiate al mattino, il suo più grande desiderio!

Eppure non abbiamo fatto cose stratosferiche, esercizi impossibili, preso bombe di farmaci!
Lei ha semplicemente compreso il suo dolore cronico, ha imparato a trattarlo per quello che è, un sistema di allarme andato in tilt e ha rimesso in movimento il suo corpo.
Nulla di eccezionale, eppure estremamente efficace!
Da quasi due anni soffrivo di un dolore alla spalla che era diventato insopportabile. Ho incontrato diversi medici, anche fuori dalla Puglia, ma nessuno è mai riuscito a trovare una soluzione, anzi hanno solo peggiorato la situazione prescrivendomi medicinali che non mi hanno procurato del bene. IL DOLORE ERA DIVENTATO INVALIDANTE perché mi limitava nello svolgere le normali attività quotidiane, non riuscendo a fare quasi più nulla a casa perché temevo che il movimento andasse a peggiorare la situazione, infiammando la spalla. Ho incontrato Giorgio attraverso una mia amica, all’inizio ero un pò scettica perché ne ho provate davvero tante! Insieme abbiamo cominciato a svolgere degli esercizi che hanno iniziato a portare un beneficio. Fondamentale è stato l’ascolto da parte di Giorgio delle mie problematiche fisiche al fine di poter CONOSCERE MEGLIO ME, il MIO
La testimonianza della mia simpaticissima paziente
DOLORE e potermi consigliare il giusto percorso da affrontare. Grazie Giorgio, mi hai ridato la gioia di muovermi senza quel maledetto dolore!
Soffri anche tu di dolore cronico?
Non arrenderti! C’è sempre un’altra strada!