La molla è scattata 2 anni fa.
Ennesimo paziente che arriva da me con una lombalgia cronica. Ricordo bene che mi tenne quasi mezz’ora a telefono descrivendomi per filo e per segno tutta la sua storia.
Non vedevo l’ora che terminasse la chiamata. Pensavo, tra me e me, a quanto fosse inutile stare tutto quel tempo a telefono a raccontarmi particolari per me ininfluenti. Tanto il meccanismo funzionava alla grande.
- Arrivi in studio
- Mi dici dove fa male
- Ti aggiusto
- Avanti un altro
Stavo sbagliando tutto ma ancora non me ne rendevo conto.

Arriva in studio il mio paziente e mi ripete tutta la sua storia, con più particolari. Non c’era verso di interromperlo. Guardavo in continuazione l’orologio perché subito dopo avevo qualcun altro da aggiustare e non potevo perdere tutto quel tempo a parlare. Io volevo solo capire cosa non andasse nella sua schiena e rimetterlo a posto.
Finalmente riesco ad interromperlo e lo faccio accomodare sul lettino. Solito copione: valutazione, tecniche per ripristinare le sue disfunzioni e a casa.
Gli chiedo di tornare dopo una settimana.
Io aggiustavo tutti e le mie tecniche erano infallibili, ero sicuro al 100% che sarebbe stato benissimo.
E invece….
Torna in studio e mi dice che stava esattamente come la settimana prima. Giusto un po’ di sollievo ma nulla di più.
Niente panico, succede di non essere risolutivi in prima seduta. Magari mi sarà sfuggito qualcosa!
Ricomincio da capo. Valuto in maniera ancor più scrupolosa la sua schiena.
Seleziono le tecniche migliori per il suo caso e rimetto tutto a posto. “Ci vediamo settimana prossima, vedrai che stavolta andrà benissimo”.
Secondo voi com’è andata?
Male, ancora una volta!

Lui era sfiduciato, giù di morale, io peggio di lui. Un solo paziente stava facendo crollare il mio castello di certezze!
Ormai aveva abbandonato la sua grande passione per il maledetto mal di schiena. Era ossessionato dal trovare metodi alternativi per star meglio e ormai i suoi pensieri erano occupati interamente dal dolore.
Al punto da influenzare negativamente le sue relazioni personali, i suoi affetti.
Ecco, iniziai a comprendere come il dolore cronico possa invadere qualsiasi campo della nostra vita, anche quello sentimentale. Esattamente come fa un’incendio quando trova condizioni favorevoli.

Era giunto il momento di cambiare qualcosa!
Durante il terzo incontro decido di inserire qualche esercizio da fare a casa, inizio (inconsapevolmente) a renderlo parte attiva del trattamento.
Qualcosa iniziò a muoversi ma molto, molto lentamente…
DI volta in volta gli esercizi aumentavano e ascoltavo sempre con maggiore attenzioni tutto quello che mi raccontava.
- le sue sensazioni mentre faceva gli esercizi
- il dolore causato dagli stessi
- la riduzione del dolore ogni volta che smetteva di allenarsi
Finalmente iniziavo ad essere soddisfatto. Mancava un pezzo però…
Ricordo bene che mi diceva sempre “sto meglio Giorgio ma devo stare attento a come mi muovo, non posso fare questo movimento, ho paura di sollevare carichi troppo pesanti…”

Avevo letto qualche giorno prima che spiegare al paziente i meccanismi del dolore, capire come vincere le paure legate al movimento, aiuti a guarire. Così ho fatto.
Abbiamo passato un’ora insieme a parlare di neurofisiologia del dolore:
- Cos’è il dolore
- Come e dove nasce
- Cosa lo influenza
- Cosa lo accende e cosa lo spegne
Lo rivedo dopo 20 giorni. Avevo davanti a me un’altra persona!
Capire il dolore gli aveva permesso di vincere la paura, di muoversi senza preoccupazioni, di riprendere in mano la sua vita!
E io?
Ero incredulo! Ore e ore trascorse a trattare la sua schiena come se fosse scollegata da tutto il resto.
Come se io fossi un meccanico e il mio paziente una macchina!
Grazie a lui ho imparato che il dolore è qualcosa di multifattoriale e come tale va trattato, a 360°!
Grazie a lui ho iniziato ad ascoltare ogni particolare delle storie dei miei pazienti, ho imparato a prendermi cura di loro nella maniera più corretta e scientifica possibile, ho imparato ad affrontare INSIEME ai miei pazienti il loro dolore!
Ecco a voi la testimonianza del mio paziente zero.
Mi sono recato da Giorgio per un problema molto grave a livello lombare, cervicale e
dorsale. Questo dolore mi ha portato ad abbandonare il mio hobby e a svolgere male il
mio lavoro. Mi sono rivolto a diversi specialisti che mi hanno sottoposto a svariati esami
medici, prescritto diversi farmaci e fatto indossare un busto. Tutto questo però non ha
apportato alcun beneficio.
Giorgio ha avuto un APPROCCIO TOTALMENTE DIVERSO alla mia problematica fisica:
si è soffermato ad ascoltarmi per capire al meglio il mio problema, conoscere il mio dolore,
come e quando si presentava. Insieme a lui ho scoperto come la MENTE INFLUENZI
TANTISSIMO IL DOLORE e pur non essendo uno psicologo, mi ha aiutato a prendere
coscienza di questo. Accanto a questo fondamentali per la mia ripresa sono stati i
trattamenti fatti in studio, accanto ad una serie di esercizi che di volta in volta mi sono stati
assegnati da svolgere a casa.
La mente ti limita tantissimo, ti blocca, insieme a Giorgio HO IMPARATO A GESTIRE IL
DOLORE con i suoi vari picchi.
E tu?
Se ti rivedi in questa storia o hai avuto esperienze simili lasciami un commento o se ti fa scrivimi in privato